Negli ultimi anni si è assistito in Sardegna ad un interessante fenomeno: intellettuali, studiosi o semplici appassionati di storia e cultura locale hanno iniziato a raccogliere le storie dei loro paesi, alla riscoperta di un identità molto spesso dimenticata, con l’intento di recuperare attraverso documenti, fotografie, narrazioni e racconti la memoria collettiva.
In questo contesto si colloca l’interessante lavoro di Antonio Diana che raccoglie racconti e curiosità su Stintino e la sua storia.
Straordinaria la scoperta del diario di un anonimo pescatore che traccia, a cavallo tra gli anni ‘20-’30, in maniera molto accurata le “mie” per indicare e ricordare i luoghi di pesca, disegnando con grande precisione come punti di repere le case del paese e punti precisi della costa. Per la prima volta indicazioni che sono patrimonio orale dei pescatori sono riportate con dovizia di particolari e interessante sensibilità grafica.
Un capitolo ricorda tutti i caduti della grande guerra nelle trincee e quelli della seconda guerra mondiale, quasi tutti marinai, che persero la vita in mare. Toccante la lettera di Giacomino Schiaffino, deceduto sulla nave Armando Diaz affondata nel 1941 da un sommergibile inglese, indirizzata ai genitori.
Il forte senso religioso del paese, tipico della civiltà del mare, viene raccontato nella storia e nelle tradizioni della Confraternita in onore della Madonna della Difesa, quasi una associazione di mutuo soccorso, eredità dell’isola dell’Asinara dove fu fondata nel 1864.
Antonio Diana mostra in questo lavoro tutto l’attaccamento e l’amore per il suo paese di pescatori di tonni ed aragoste, di uomini e donne che ancora oggi, nonostante la forte vocazione turistica, sono legati alle tradizioni e al passato che ogni giorno viene loro ricordato dall’isola dell’Asinara che si staglia davanti ai loro occhi. L’interesse appassionato dell’autore per Stintino viene trasferito nel suo impegno quotidiano di amministratore di un borgo ricco
di una cultura profondamente legata al mare, ma ancora alla ricerca della propria identità.
Ricco l’apparato iconografico e divertenti i disegni di Stefano Conconi, che impreziosiscono uno dei racconti ambientati nell’isola dell’Asinara.
Questo volume dal titolo esemplificativo Il tempo della memoria, arricchisce i nostri ricordi, fa rivivere le nostre tradizioni e si colloca in quel filone del recupero della memoria storica inaugurato con la nascita del Museo della Tonnara a Stintino.
Salvatore Rubino
Presidente del Centro Studi sulla Civiltà del Mare, Stintino
Il giorno, in cui per la prima volta entrai nella casa di Antonio Diana, ebbi la sensazione di trovarmi nell’abitazione di una persona che ama in modo particolare il suo paese. Dovunque il mio sguardo si posasse coglieva qualcosa che ricordava il passato ed esprimeva una grandissima passione per il mare e per la pesca. Libri di navigazione del 1800, una vecchia ma efficiente bussola cardanica, disegni e schemi di costruzione di barche e di gozzi, sestanti, ma soprattutto un archivio fotografico di notevole interesse sulla vita passata degli abitanti di Stintino.
In quell’occasione mi mostrò un quadernetto, nel quale un vecchio pescatore aveva segnato i suoi punti di pesca con una capacità pittorica e con una tecnica marinaresca che mi lasciarono perplesso e mi commossero.
Mi confidò che era sua intenzione adoperarsi, perché non andasse perduto il passato del suo paese, nel momento in cui si stava proiettando verso un nuovo futuro, e che era suo desiderio portare all’attenzione di tutti il quadernetto, affinché si conoscesse la ricca e straordinaria personalità dei vecchi pescatori. Lo incoraggiai a portare avanti il suo progetto e gli augurai di realizzare anche il sogno di un museo, che ospitasse non soltanto le testimonianze dell’attività della tonnara e della pesca in generale, così come essa si era lentamente trasformata col passare del tempo, ma raccogliesse una buona parte dei reperti archeologici di cui erano ricchi la terraferma ed il mare di Stintino. Parlava di tali progetti con convinzione ed entusiasmo.
Oggi sono contento che egli abbia raggiunto il suo primo obbiettivo con questa pubblicazione, che colpisce per il forte legame che unisce Antonio a Stintino, e per il coraggio e l’umiltà con cui, al di là di qualsiasi velleità artistica, trasforma le sue emozioni in un messaggio, che vuole raggiungere tutti, soprattutto gli abitanti del Comune di Stintino.
Gianpietro Conconi