In qualsiasi presepe, il pastore è il personaggio che conta più statue o statuine all’interno della rappresentazione e viene raffigurato in diversi momenti della vita quotidiana, sia familiare che lavorativa: nel focolare domestico, tra le proprie greggi e, soprattutto, sulla via per la grotta.
I pastori rappresentano il popolo nel contrasto tra la povertà materiale e la ricchezza interiore ed è per questo che ricevono la visita di un Angelo e vengono avvolti dalla gloria del Signore: una luce. Successivamente viene loro annunciata la nascita del Salvatore, Cristo Signore della città di Davide.
L’esigenza di visitare il Bambin Gesù è così forte da farli partire senza alcun indugio e così, da “custodi del gregge” diventano “uditori della Parola” e “testimoni” della Nascita del Signore quindi, in una sola parola, diventano “evangelisti”.
Tra i tanti pastori ce n’è uno, il Buon Pastore che, seguito dal gregge, porta al collo un piccolo agnello da donare al Bambinello. L’unicità di questa figura rimanda a Gesù, l’unica guida dei cristiani.
All’interno del Presepe di Stintino è stato incluso il pastore sardo, simbolo della cultura isolana e decisamente ricocoscibile tra le altre statue perché indossa la tipica berritta.