In un luogo di mare e antico borgo di pescatori per tradizione come Stintino, l’accostamento tra il pescatore del presepe tradizionale e quello della tonnara è pressoché immediato.
Nel ‘500, a pochi chilometri da Stintino, venne creata la Tonnara delle Saline, una delle prime in Sardegna. La sua presenza costituì una grandissima opportunità di lavoro e di sviluppo per tutte quelle famiglie che si trasferirono stabilmente a Stintino a seguito della decisione del Governo Italiano di istituire il 22 giugno 1885 sull’isola dell’Asinara
in località Cala Reale il primo lazzaretto ad uso sanitario, insieme una colonia penale in località Cala d’Oliva.
La storia racconta che nel dicembre del 1904 venne fondata la “Società mutua cooperativa fra i pescatori di Stintino” e successivamente, nell’ottobre del 1912, vi fu una variazione del nome in “Cooperativa Pescatori Stintino”. Tale cooperativa dava anche supporto alla pesca del tonno e allo stabilimento di trasformazione.
Gli stintinesi, dunque, sono storicamente ed affettivamente legati alla pesca, da considerarsi una vera e propria tradizione di lunga durata e per questo il pescatore si colloca come figura simbolo della vita quotidiana di un paese o villaggio ed è un personaggio positivo che trasmette vita. Nel presepe può essere rappresentato in diverse fasi del proprio mestiere: mentre pesca con una canna in mano, sulla riva del fiume o seduto su una roccia a controllare il contenuto delle reti dopo un giorno di pesca o anche nelle strade del villaggio, intento a vendere i frutti del proprio lavoro.