A Stintino esperti affrontano il tema delle grandi migrazioni che stanno interessando il Mediterraneo e il ruolo degli Stati europei.
Stintino 4 dicembre 2015 – Una visone più chiara dell’Europa, una politica unitaria e condivisa tra gli Stati membri che non lasci a pochi di questi il peso di dover gestire, quasi in solitudine, il fenomeno delle crisi umanitarie. È la convinzione che hanno espresso i partecipanti al convegno internazionale che oggi, nella sala consiliare del Comune di Stintino, ha visto seduti attorno a un tavolo esperti, religiosi, politici e docenti universitari per analizzare il fenomeno dei grandi flussi migratori che stanno interessando il Mediterraneo.
Sono centinaia di migliaia gli uomini, le donne e i bambini che, dalle sponde del Nord Africa o dal Medio Oriente, a causa dell’instabilità politica o delle guerre presenti nei loro paesi cercano di raggiungere l’Europa. Questi eventi hanno aumentato la necessità di garantire risposte immediate, coordinate e comuni. In gioco anche i ruoli dell’Italia e dei Paesi transito, oltre all’efficacia delle azioni Mare Nostrum, Frontex e Triton.
E questa mattina Dialogando, il convegno arrivato alla sua seconda edizione, con il tema centrato su “Crisi umanitarie nel Mediterraneo, conseguenze e risposte” ha cercato di dare una visione più ampia di un fenomeno le cui soluzioni non possono essere relegate al solo ambito del Mediterraneo. E qui l’Italia non può agire da sola. «L’Europa, l’Italia e la sinistra devono fare i conti con questi eventi», ha detto Luigi Berlinguer ricordando anche che «i governi europei sono impreparati. Devono rompere l’isolamento della roccaforte del benessere nella quale vivono e non ignorare più questa grande tragedia mondiale». Obiettivo è, allora, moltiplicare il dialogo per superare il divario tra povertà e ricchezza, tra ignoranza e istruzione in grado di generare anche il più temuto fenomeno, quello del terrorismo. «Il dialogo e la conoscenza – ha detto ancora l’ex ministro dell’Istruzione – sono il primo antidoto. L’emergenza della Libia e della Siria sono casi che la diplomazia internazionale deve risolvere, altrimenti la malattia dilaga e si rafforzano le capacità di reclutamento». L’Italia allora non deve agire da sola. «Sono convito che la crisi Europa c’è perché esistono Paesi potenti che ogni tanto vogliono fare da soli dimenticando che sono l’Europa», ha concluso.
Il Vecchio Continente, con i suoi 500 milioni di abitanti, rappresenta una vera e propria ricchezza. Ma deve agire in maniera unitaria, «con politiche di sviluppo più serie, con coerenti politiche commerciali, migratorie ed estere», ha aggiunto l’eurodeputata Elly Schlein, secondo la quale non è possibile accettare che migranti e rifugiati «arrivino come cadaveri, perché così non stiamo garantendo loro il diritto di asilo».
Su quest’ultimo punto si è soffermato anche Hamze Jammoul, analista di relazioni internazionali, il quale ha fatto presente come «nel 2015 in Italia sono arrivati 170mila migranti che hanno attraversato il Mediterraneo e la Turchia. Solo 450 hanno presentato asilo in Italia, 28mila invece in Germania». Questo a dimostrazione di come l’Italia stia diventando un paese di transito, anche in considerazione del modesto livello economico e di ricchezza in grado di offrire.
E se il dialogo deve essere il motore per la ricerca delle soluzioni, il sindaco di Stintino Antonio Diana ha fatto sapere che proprio nel paese costiero è in fase di studio la realizzazione di una scuola mediterranea per il dialogo interreligioso, occasione di incontro e network per tutte le religioni dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo e non solo. «Si tratta – ha detto – di una vera e propria occasione di apertura e dialogo tra popoli nel segno della pace per tutte le religioni».
All’incontro, organizzato dall’associazione Il Tempo della memoria in collaborazione con il Comune di Stintino e il Mediterranean Gulf Forum, sono intervenuti anche Amer Al Sabaileh, segretario generale del Mediterranean Gulf Forum, Henri Malosse (Francia) già presidente e membro del Comitato economico e sociale europeo, Ali Alayed già ministro dell’Informazione e della comunicazione del governo di Giordania, Mariano Rabino parlamentare italiano e membro della commissione Affari Esteri. Quindi ancora il presidente regionale dell’Ordine dei giornalisti della Sardegna Francesco Birocchi, Hassan Jouni docente di Diritto Internazionale in Libano, Sergio Giangregorio presidente del Centro europeo di orientamento e studi e l’ammiraglio Mario Rino Me già presidente del Comitato direttivo delle iniziative 5 + 5 Difesa e don Gaetano Galia per la Caritas.